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Castello della Rancia

A metà strada tra il mare Adriatico e i monti Sibillini , lungo la via Lauretana, ecco il Castello della Rancia

Un luogo incantevole che vi farà sognare. Probabilmente il termine “Rancia” è una corruzione della parola grancia, ovvero granaio, dal francese grange, mutuato dal latino granica, nome che i Camaldolesi e altri ordini monastici danno alle loro fattorie fortificate.

Costruito come fattoria fortificata nella metà dell’XI secolo il Castello della Rancia era inizialmente una sorta di casa-torre con strutture autonome per la difesa delle derrate agricole.

Il maniero viene ampliato e adattato nel XIV secolo (1352-1355) per volontà di Rodolfo II da Varano, senza perdere la sua funzione originaria, e utilizzato come dimora signorile.

Ricopre un ruolo primario nelle vicende storiche del luogo fino alla metà del XVI secolo e nel 1581, gestito dai Gesuiti, ritorna ad essere casa colonica e deposito alimentare a seguito della pacifica dominazione della Chiesa.

In seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù, disposta dal papa Clemente XIV nel 1773, la proprietà del castello passa alla Camera Apostolica che nel 1829 lo vende al nobile casato dei marchesi Bandini, ora principi Giustiniani Bandini.

Date importanti da ricordare sono il 2 e il 3 maggio del 1815, giorni della furibonda battaglia detta “della Rancia” o di “Tolentino” quando l’intera zona diventa campo di scontro tra l’esercito francese di Gioacchino Murat, re di Napoli e cognato di Napoleone, e le truppe austriache del generale Federico Bianchi.

L’importanza di quest’evento nella storia d’Italia è tale da essere ritenuto l’esordio del Risorgimento italiano. Nel corso dei secoli, al Castello della Rancia si sono soffermati personaggi illustri come Braccio da Montone, Francesco Sforza.

Tra questi, anche Papa Pio VI, la cui sosta al castello venne celebrata dal marchese Bandini nel 1782 con la costruzione di un arco trionfale situato a pochi metri dal castello e che ancora oggi è visibile lungo la Strada Statale 77.

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